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Roma e Bruce Springsteen, tutto il mondo in un concerto.

Aspettando Bruce…

Estate romana alternativa , giornate afose, vento malandrino, sbalzi di temperatura nei giorni di attesa tra le meraviglie di un’ antichità sudata sui banchi ma immensamente (a posteri) amata.

Questo non sarà un post sul concerto in senso stretto, sulle capacità musicali, sulla lunghezza, sulla scaletta, sarà solo e semplicemente un post sulle emozioni. Perché quando ti ritrovi a saltare, ballare, piangere, urlare, sudare insieme a persone che fino a ieri erano perfetti sconosciuti ed ora sono diventati “sis e bro”, beh, allora vorrà pur dire qualcosa… E’ questo che voglio raccontare, cosa può darti un concerto di Bruce che nessuno potrà mai toglierti, che ti farà sorridere anche quando fuori è Novembre e sta per scendere la nebbia, che ti farà struggere nella voglia di riprovare quella adrenalina, che ti farà compagnia quando, inevitabilmente, il peso della solitudine sarà un fardello troppo pesante da portare.

Ho conosciuto Laura e Pete nei primi giorni di accaldati appelli per il pit, li ho adorati da subito. Giovani al di là di ogni dato anagrafico,  i loro inconfondibili cappelli in pelle gemelli erano il mio punto di riferimento in vista delle chiamate successive. La dolcezza degli sguardi, poche parole per sapere se avessi dormito e quali sarebbero stati i programmi della giornata in attesa di ritrovarci sul far della sera. E’ come se quel mio essere sola li avesse spinti a prendersi cura di me, a sincerarsi , ad ogni controllo, che tutto andasse bene.

Ana e Ben erano dietro di me, lui così tremendamente irlandese, lei così clamorosamente russa, bellissimi proprio nell’essere così distanti dall’apparire dei fan e proprio per questo più intriganti e misteriosi. Perfetti nel look anche dopo ore bruciate dal sole, sorridenti, eleganti, composti ed attenti.

Giada e Sergio, padre e figlia, li ho incontrati sulle dure transenne, quando l’attesa si faceva più frenetica e qualcosa nello stomaco di inconfondibilmente noto cominciava a farsi sentire. Un amore tramandato da una generazione all’altra senza mezzi termini, tenera lei nella sua t-shirt porta fortuna che l’ha portata già una volta a ballare con Stevie nella bolgia di Wembley. Solido e determinato lui alla caccia di un panino e di conforto per quella prole di cui andare orgogliosi con pudore e decoro.

Quando ho incontrato Linnea in una delle tante code è stato un colpo di fulmine: una svedese verace ed esplosiva come un fuoco di artificio e 5 minuti di chiacchere sono bastati per connetterci, non solo via internet. Poi  la gioia di ritrovarci  all’interno è stata superata da quella di rivederla sul palco a ballare con Jake col suo sorriso contagioso quanto stupito, una bambina a cui era arrivato un regalo inaspettato e proprio per questo bellissimo.

Lisanne, Sandra e Bennie, ovvero dall’Olanda con furore, in vacanza /concerto, la  coda condivisa dal primo all’ultimo minuto, di poche parole, di molti sorrisi, ritrovati sui social con la gioia di entrambi.

E dentro? Dentro ho avuto i miei angeli custodi, i miei  strenui paladini difensori non solo della prima fila ma anche della mia incolumità. Parola d’ordine? Uomini, donne, durante il concerto si può piangere senza pietà e remore, li ho adorati da subito…

Michele, sornione, a tratti indecifrabile, intenditore sopraffino, instancabile cantore, Roberto tanto entusiasta nell’esserci quanto depresso dall’assenza della figlia universitaria impegnata, Giuseppe, la mia guardia del corpo preferita, Tony e Pina, da Napoli con amore. E di Tony non scorderò mai gli occhi, grandi, imperiosi quanto mollemente teneri quando il nostro eroe, in uno dei passaggi in transenna, ne ha indicato il cappellino con annessa canzone richiesta di lì a poco suonata…

Grazie ragazzi per le pacche sulle spalle e i buffetti sulla testa, per le carezze quando il mio pianto è stato difficile da contenere, per il supporto al mio cartello di richiesta, per i balli, i salti, i sorrisi e la condivisione, le urla folli, le risate e le bottigliette d’acqua rigeneratrici.

Questo e tanto altro ancora era il mondo del Circo Massimo, il mio mondo, il nostro momento, il nostro concerto, Bruce & Roma.

P.S.Il video di New York City Serenade me lo ha spedito Pete, e come lui mi ha detto, lo condivido con gioia:” Pete: Here’s My video of NYCS as a gift for your memories. Please feel free to share 😃 “