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Luca Carboni in concerto, Bellasignora presente!

Luca Carboni
Luca Carboni

Prendete due amiche, bionde, cariche e  sempregiovani, e soprattutto che se c’è un concerto la giornata sarà sicuramente bellissima, aggiungete un cantautore bolognese, più o meno coetaneo, dolce ed impegnato, timido ma sincero, mescolateci un locale al limite della sopravvivenza e della capienza, una serata di quasi primavera ed un concerto atteso da un bel po’ ed avrete  gli ingredienti giusti per poter raccontare quanto sia speciale e magico ascoltare dal vivo la musica di Luca Carboni.

Io, che sono la ghost writer, ammetto e dichiaro fin da subito di essere fan da sempre, insomma Luca rappresenta una di quelle rare pause di serenità per i miei stressati padiglioni auricolari  spesso tormentati da rock a tutto volume, l’altra bionda, detta anche lafrancy, è invece una mangiatrice onnivora  di musica alla quale il tassello nel puzzle a nome Luca Carboni ancora mancava.

Definire l’ambiente caldo, visto il tutto esaurito, sarebbe davvero un eufemismo, pubblico eterogeneo, target over 30 con qualche eccezione, dovuta forse all’insolita quanto piacevolissima collaborazione con Fabri Fibra, con quella incredibile dimensione che solo il club può dare: cocktail e panini, zona privé e transenne a pochi centimetri dal palco.

Le nostre strade si sono sempre sfiorate, caro Luca, io all’Università e tu al bar, io a lezione e tu all’edicola, io in un negozio di dischi, e la tua voce dall’altoparlante, insomma tutta Bologna ti vedeva e io ti mancavo sempre e allora consumavo i tuoi cd sperando, prima o poi, di incontrarti di persona. E poi i tuoi concerti, nei palazzetti, in piazza, in stroboscopiche discoteche dai nomi esotici  che non esistono tristemente più, in coppia con Lorenzo, per i tuoi 30 anni di carriera, quella giacca gialla di Stone Island come divisa e le mani giunte in segno di ringraziamento nell’inchino davanti al tuo pubblico…

Luca Carboni in concerto a Parma
Luca Carboni in concerto a Parma

Ed è qui che le luci si spengono, la band appare incappucciata in felpe dalle griglie fluorescenti ed occhiali da sole, una voce in sottofondo annuncia a ripetizione che il futuro è stasera e lo spettacolo ha finalmente inizio. 

Ho sempre pensato che per me andare ad un concerto equivalga ad una sorta di terapia positiva, ogni melodia, ogni canzone mi riconducono ad un momento di felicità, ad un istante sereno, ad un ricordo che vale assolutamente la pena rivivere. Per me Luca è un gruppo di amici per la vita dopo solo una settimana di conoscenza nella nebbiosa bassa padana ormai più di 20 anni fa, è il mare dal volto sorridente e pacioso di Oscar il bagnino che ti intima di non fare troppo tardi alla Baia Imperiale e soprattutto di non staccarti mai dal gruppo, e una delle feste più pazze della vita tra un abito rosso fuoco e nottate insonni per organizzarla.

Luca Carboni
Luca Carboni

E’ un entusiasmo da ragazzini quello che accompagna l’apparizione di Luca sul palco, emozione ricambiata da 2 occhi scuri sinceramente sorridenti da sembrare quasi timidi ed imbarazzati davanti a cotanto fermento. Eppure credo sia proprio questo il suo segreto, la spontaneità di approccio, la semplicità invidiabile di raccontare il vivere quotidiano, l’errore di esecuzione figlio di una tensione da palco che inevitabilmente lo attraversa anche dopo così tanto tempo. La cosa che più balza agli occhi è quanto lui stesso si goda il momento, cosi riconoscente all’immenso parco giochi della musica che gli ha permesso di rimanere ancora un poco bambino.

Le canzoni si rincorrono veloci, dai testi attenti alle dinamiche sociali agli spaccati visionari di quei favolosi anni ’80 con tutti gli annessi e i connessi, da quella sua umanità costantemente in bilico tra felicità e tormenti fino alle rielaborazioni in chiave elettro dance di alcuni celebri titoli. E poi ancora le nuove proposte di “Pop- up” che sono già un classico perché, come cita il testo, Luca è lo stesso. E si alternano le t-shirt e le giacche ma rimangono fissi sul capo quegli incredibili occhiali da sole, quelli per andare al mare con la moto, per guardare la mia città, per farsi il solarium, mangiare fragole buone buone od avere l’aria più dura quando si suona l’Inno nazionale.

Le 2 bionde amiche nel frattempo hanno avuto la meglio sulla folla e si sono guadagnate la prima fila di un palchetto da cui godono di un’ottima visuale, entrambe con l’aria sognante, il sorriso stampato, e a guardarci bene, decisamente anche meno rughe… grazie Luca e torna presto, e come dici tu: #undiscopuòdarelafelicità (ed anche un concerto)!