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Campovolo n°3

25 anni di Liga : Campovolo numero 3.

E dopo 25 anni sono ancora in piedi e al Campovolo.

Luciano ligabue
Luciano Ligabue

Ma se iniziassi dicendo che “ho perso le parole” ? Ok , lo ammetto, scrivere a proposito del terzo Campovolo quando fiumi di inchiostro e pagine web sono già state abbondantemente riempite mi ha messo davvero in difficoltà… Sapete che faccio ? “Metto su” un c.d. del Liga, tanto per contrastare l’ansia da pagina bianca e provo a tornare indietro a quel 20 Luglio di 25 anni fa, a quella serata  a Correggio che non ti aspetti, a quel concerto che non hai programmato, a quel cugino che proprio non ti ci voleva portare…

Avevo già sentito ottimi commenti sul tuo conto, il tuo cognome evocava animali feroci  ed autoritratti sofferti a me tanto cari, e poi “Balliamo sul mondo” mi era rimbalzata in testa per rimanerci più del previsto: perché dunque non sentirti dal vivo?

Poi mi ritrovo a festeggiare le nozze d’argento a pochi metri da casa, con un palco che non posso nemmeno immaginare e così tanti invitati che proprio non potevano rinunciare ad una festa così…

Giocare in casa ha avuto i suoi privilegi.

Vedere l’area destinata al Concerto diventare una piccola città, scoprire ogni giorno un nuovo pezzo di palco, scambiare un giro di basso più potente degli altri per un tuono più rumoroso, cenare con il sottofondo delle prove, piazzarsi su un muretto ed ascoltarle con quel megastage lontano, ma il video mica poi tanto.

E tutti quegli invitati festosi e colorati, le tendine a circondare e difendere con cura ed orgoglio  l’area del concerto con tanti giorni di anticipo, gli striscioni, i poster, le dichiarazioni di fedeltà, arrivare ad invidiarli per vivere in quel modo l’attesa quando tu sei nel tuo lettino e loro tra palco e realtà.

Quale è la tua magia Luciano?

Campovolo
Campovolo

E poi arriva il 19 Settembre e con loro amici nuovi che è un piacere fare conoscere ad altri amici, il sorriso stampato in faccia che manco il jocker di Batman e una carica elettrica da starci lontani che altrimenti si prende la scossa : praticamente un gruppo di teenager…

E poi ci sei tu, ora ci sei tu.

Anzi ci sono i Clandestino! E tutto il primo album vola via che è un piacere tra arrangiamenti storici, ospiti musicali raffinati ed il tuo sorriso tirato che non nasconde l’evidente emozione… A proposito, grazie per Radio radianti ma Angelo della nebbia mi è rimasta incisa dentro, come ha sempre fatto da 25 anni a questa parte, sarà che anche io alla nebbia non mi sono mai rassegnata..

Poi arriva Elvis e quella sfacciata camicia gialla dei tempi del tour, le paillettes, gli occhiali, e occhio, perché i ragazzi, anzi la banda, sono in giro… Stavolta ti ringrazio per Quella che non sei, e solo io so perché.

E tu continui a cambiarti le camicie (cit.), ognuna evoca un differente momento, un’altra tourné, questo o quell’album, ma quella che preferisco, per evidenti ragioni springsteeniane, è quella scozzese senza dubbio.

Terza parte, il gruppo sul palco, più di 3 ore e non è finita… Grazie per Si viene e si va… Ed io mi rimetto a saltare, forse non ho mai smesso, anche di cantare alla faccia di tutta questa padana umidità!

Dopo 40 canzoni e 215 minuti di musica vorrai mica concludere caro Luciano? In effetti prima o poi, da qualche parte bisogna pur mettere la parola fine per far tristemente scattare la tanto temuta, odiata ma inevitabile depressione post concerto.

Tu riesci ad addolcirla con degli inaspettati fuochi d’artificio che circondano minuziosamente l’arena, uno spettacolo nello spettacolo, 150.ooo nasi all’insù, denti scoperti, tonsille in affanno e sorrisi stupiti ancora una volta.

E allora mi tocca tornare a casa come in quella notte da Correggio,  troppo carica per il concerto appena finito, carica per quello che ci sarebbe stato, un pò meno carica perché so che ci sarà da aspettare…

Non metterci troppo però Luciano, e nel frattempo, come si dice qui, fai a modo.

Ricordo che prima di fare il cantante pensavo che 25 anni nella musica fossero un’infinità. Ad esempio: i Beatles hanno fatto i Beatles per 10 anni. Vivendoli però mi sono veramente volati, credo che sia stato per l’intensità con cui li ho vissuti e quindi un’intensità difficile da raccontare. Ovviamente non è stato tutto rose e fiori. Quando ho avuto i momenti più duri… credetemi ce ne sono stati più di quanti voi non pensiate…. io ho sempre potuto sapere una cosa: che potevo contare su di voi e questa è stata una costante di questi 25 anni. È per questo motivo che se la Pennetta, dopo aver vinto i Master decide di ritrarsi, io dopo il mio Campovolo non decido di ritirarmi perchè (e ci tengo che lo sappiate) se io posso contare su di voi, fino a quel momento voi potete contare su di me“.