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Dove c’è la Bellasignora c’è il Tennis.

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Roger Federer

Questo blog ha fin dall’inizio manifestato il proprio debole innato: il tennis.

Vissuto, collezionato, sostenuto e soprattutto terribilmente amato.

Inevitabile quindi scrivere anche poche righe perché un evento come quello della finale degli Australian Open tra Roger Federer e Rafael Nadal non può e non deve certo passare sotto silenzio. 

Lo scontro tra i titani tennistici maturato dopo 15 giorni di partite appassionate ha incredibilmente attratto, forse proprio per la dimensione epica, anche chi, normalmente, non mastica di tennis. 

Gli dei della racchetta hanno dominato il duro cemento australiano con tutte le caratteristiche che solo loro posseggono: muscolarità e potenza da una parte, eleganza ed autorevolezza dall’altra.

E nel contempo tutta la dimensione liturgica della tragedia che si è dipanata ed intrecciata nei mesi precedenti, dolore, ma senza rassegnazione, grinta e rinascita, determinazione, ha trovato il proprio naturale compimento.

E poi, che meraviglia il gesto atletico, la lotta indefessa, quella povera pallina in qualche occasione delicatamente accarezzata, il più delle volte duramente colpita, quasi a punirla se mai dovesse inciampare sul nastro o sfiorare la righe dalla parte sbagliata…

Perché gli eroi non perdonano e non mollano ma rinascono su ginocchia sbriciolate, polsi martoriati, calendari che passano o giovani talenti che emergono.

E si rispettano.

E tu sei lì, accartocciata sul divano, imitandone i gesti, vedendoli spiccare il volo per uno smash insidioso o mettere letteralmente le ali ai piedi su una palla corta di troppo.

E arrivi a sperare che, almeno questa volta, possa valere il pareggio come risultato finale.

Quando ritornano sulla terra la loro natura umana riemerge ed allora si commuovono, si congratulano, si abbracciano perché anche gli dei possono essere amici tra di loro.

 

E dopo i pianti di dolore ci sono quelli di gioia, dopo la terra mangiata c’è quella baciata, dopo questo torneo ce ne saranno altri, e allora sarà ancora tempo di battaglie, di gesta e di imprese  e dove c’è il tennis noi, come sempre, ci saremo.

 

“When you do something best in life, you don’t really want to give that up &”

FOR ME, IT’S TENNIS.