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Anna Riva : la bellasignora del giornalismo di moda italiano.

Quest’oggi la vostra ghost writer batte i tasti con non poca emozione essendo reduce da una piacevolissima conversazione con una persona rivelatasi non solo di una dolcezza disarmante, ma anche di una esperienza e competenza alla quale ho avuto il dono di poter attingere per una ricca mezz’ora. Sto parlando della meravigliosa giornalista di moda (e non solo) Anna Riva.

Di lei tanto si è detto e scritto, favolosa protagonista accanto ad un’altra indimenticabile Anna (Piaggi) delle prime cronache di moda italiane in assoluto. Carriera, la sua ricca e variegata, che l’ha portata ad essere narratrice delle sfilate prima, ed amica personale poi di chi dietro quelle sfilate era la testa pensante : i grandi stilisti della moda italiana.

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Anna in … Armani

 

Come per magia la nostra conversazione, iniziata sull’onda emotiva della sua partecipazione alla straordinaria inaugurazione dellArmani Silos, eclettico ed incredibile museo donato a Milano e all’Italia dal grande stilista, si è poi spostata su una analisi accurata e sentita della storia della moda italiana e non solo, dei suoi protagonisti e delle mille emozioni che nella sua lunga carriera ha avuto il piacere di mettere nero su bianco.

Eccone, nei limiti delle mie capacità giornalistica, la fedele descrizione.

Il tutto ha avuto inizio ovviamente con Giorgio Armani.armani

 

Dalle parole di Anna trasudano tutta la gioia, lo stupore, l’ammirazione per la struttura appena inaugurata.

600 gli abiti esposti, 200 gli accessori, e lei ancora una volta spettatrice estasiata di tanta bellezza. Bellezza della quale, mi ha confessato con deliziosa umiltà, si sente in dovere di dover ringraziare ancora una volta l’amico fraterno non appena avrà modo di vederlo in privato, scusandosi per non averlo, talvolta, capito fino in fondo. Coerenza la parola chiave.

Anna mi dice che questa è la vera forza del maestro, lo stile Armani, universalmente riconoscibile, la donna Armani, la casa Armani, insomma un mondo dove ogni particolare è curato al millesimo e mai niente è lasciato al caso.

Lo stesso vale per il magico silos, ideale contenitore di abiti senza tempo, evocativi e semplicemente perfetti, dove niente può distoglierti, ne il portamento della modella o il rumore della sfilata. Incredibile poi come anche tutto il supporto digitale facente parte del progetto, personalmente curato da Armani stesso, permetta davvero di immergersi in questo archivio a tutto tondo. Un viaggio che ognuno di noi potrà condividere percorrendo, non solo idealmente, 40 anni di un percorso di moda che davvero tutto il mondo ci invidia.

E questo percorso di coerenza Anna lo cita per altri 2 grandissimi maestri, innovatori e creatori di uno stile unico e riconoscibile: Gianni Versace e Gianfranco Ferrè.

Di Versace Anna ricorda, con non poca emozione, la grande umanità, gli incontri casuali al Moma di New York, l’appellativo affettuoso con la quale l’aveva rinominata, la grande indiscutibile, continua sete di cultura. Gianni “era un grande innovatore, il primo a far nascere il fenomeno delle top model, un uomo buono e raffinato, la collezione del prossimo A/I gli rende assolutamente omaggio, perfetta nelle linee, nelle proporzioni, nei colori, sapientemente attinta e coerentemente reinventata dal suo storico, e di questo sono veramente felice”.

“Anche Gianfranco è stato superlativo, la sua camicia bianca, le sue linee scolpite, il suo essere architetto e stilista in un’unica essenza ne hanno determinato uno stile ancora decisamente attuale e immortale di conseguenza.

E’ bello parlare con Anna, sprigiona entusiasmo contagioso, lei i vestiti li vive e li sente come vere opere d’arte,  materia geniale e preziosa, perfetta incarnazione dell’idea creativa mixata a magistrale artigianalità . Di una cosa non è per niente contenta : la mancanza del gioco di squadra, cosa della quale dovremmo prendere esempio dai cugini transalpini, dannosa, inutile e anche facilmente evitabile.

E il viaggio continua, si passa da Lagerfield (“persona squisita ed educatissima, unico nel creare eventi, non sfilate, per un pubblico esclusivo ) a Tom Ford per il quale manifesta un vero e proprio debole (“bello, colto, riservato, la sua moda è di una ricchezza precisa e voluta, fin dai tempi della collaborazione con Gucci, il suo target elitario ma definito ). E poi ancora Galliano (” scenografico, teatrale , favolosamente pazzo da legare ), Ralph Lauren ( ” ancora una volta un uomo di grande coerenza che ha fatto del suo stile così clamorosamente americano un vero modello di vita), Dolce & Gabbana (” unici nel loro genere, strepitosamente bravi nel creare l’apoteosi nelle loro sfilate, promulgatori di uno stile siculo-materno vero marchio di fabbrica del gruppo), i grandi giapponesi ( la vera nuova rottura dei tempi ), Enrico Coveri (“grande amico e persona ispirata e felice”) e, aggiungo io, la prima sfilata a cui ho assistito e del quale conservo gelosamente su un taccuino a colori vivaci come le sue collezioni, un autografo con dedica di cui vado orgogliosamente fiera.

Yves Saint Laurent

Si conclude  con un altro grande maestro del quale Anna dimostra di non gradire del tutto  la nuova impronta stilistica di chi ne ha preso le redini, così come per la maison Dior, il grande Yves Saint Laurent. “Ogni sua sfilata non era solo un evento, era linfa per il mondo della moda, innovazione pur rimanendo fondamentalmente se stesso, rottura e coerenza, nuovi confini aperti e successivamente superati, in una parola stile”.

Grazie Anna per avermi permesso di apprendere, conoscere, condividere e poter seppur in piccola parte divulgare, così tanta sapienza. Non è più moda, è cultura, industria, innovazione, ricerca, passione che in Italia, grazie al cielo, sappiamo fare senza eguali.

La redazione di Bellasignora accetta con entusiasmo ed orgoglio l’invito a visitare il silos di Armani con una guida di eccezione, il suo nome è Anna Riva.